Lungo il
sentiero delle Farfalle (Trensasco/Righi) ci sono ancora alcune
neviere che servivano per conservare ed avere la disponibilità di
ghiaccio nel periodo estivo. Queste neviere erano dei pozzi tronco
conici, con muri di sostegno in pietra a secco, profondi 4/5 metri e
con diametro di 10/12 metri, nei quali veniva ammassata la neve e
poi pressata con appositi battitoi.
L’isolamento termico era garantito da uno spesso strato di foglie
secche e dal tetto conico costruito con pali e paglia. Il fondo
della neviera veniva preparato con una piattaforma costituita da
tronchi di legno e ginestre intrecciate, per permettere al terreno
di assorbire l’acqua che man mano si creava a causa dello
scioglimento del ghiaccio ed evitare lo scioglimento di tutto il
blocco.
Nel 1640 la Reppublica di Genova istituì la Gabella della neve”
ossia il diritto esclusivo a esercitare il commercio del ghiaccio a
un unico impresario. A partire dal 1667 tale diritto fu assegnato
“all’incanto”. L’Appaltatore della “Gabella”, dopo una nevicata,
assoldava lavoratori giornalieri per riempire le neviere, poi, in
estate dipendenti dell’Appaltatore, salivano alle neviere e
prelevavano il ghiaccio, tagliandolo in blocchi dal peso di circa 80
chili. Questi blocchi, protetti con fogliame e sacchi di iuta,
venivano trasportati di notte (per limitarne lo scioglimento) a
dorso di mulo, fino al magazzino dell’Appaltatore in vico Neve (da
piazza Soziglia), dove andavano a rifornirsi i rivenditori
stipendiati sempre dall’Appaltatore. La “Gabella della neve” terminò
ufficialmente il 31 dicembre 1870 e le neviere furono
progressivamente abbandonate.